LA RIVOLUZIONE IN EGITTO
E UNA NEONATA VIENE CHIAMATA “FACEBOOK”
Mentre la rivolta in Egitto esplode incontrollabile, una coppia di ventenni egiziani danno alla loro figlia appena nata il nome “Facebook”.
Non perchè siano ammattiti ma per il ruolo decisamente utile che il socialnetwork gioca in Egitto e nel mondo, per fare conoscere fatti, rivoluzioni, idee e tutto ciò che, in questo specifico caso in Egitto, i regimi non consentono quando ci sono le rivoluzioni. Infatti normalmente per prima cosa viene tacitata e impedita la fuoriscita di notizie.
La notizia è apparsa su uno dei quotidiani più letti in Egitto “Al-Ahram” intraducibile quindi è inutile che metta il link.
Così dice l’articolo :
“”Confermiamo quanto è stato riferito stasera: in un’azione senza precedenti nella storia della Rete, il governo egiziano sembra aver ordinato ai provider di servizi Internet di disattivare tutte le connessioni internazionali. I fondamentali collegamenti in fibra ottica tra l’Europa e l’Asia attraverso l’Egitto sembrano non essere coinvolti finora. Ma in Egitto tutti i servizi, ogni tipo di attività, dalle banche ai siti Internet, ai bar, alle scuole, alle ambasciate ed agli uffici del governo che si basavano su uno dei quattro grandi provider per i loro collegamenti, sono ora tagliati fuori dal resto del mondo”
Quindi solo grazie a Facebook si sono potuti fare girare messaggi per radunare gente e fare conoscere i fatti all’opinione pubblica mondiale. Anche Twitter e google sono stati di grande aiuto.
Mi permetto solo di dissentire su questo :
“in un’azione senza precedenti nella storia della Rete”
Non è vero perchè sempre e costantemente in Cina viene pilotata la navigazione. Addirittura vengono venduti i computer con navigazione in Rete possibile solo dove il Regime consente. Quindi i cinesi vivono costantemente e già da molto tempo con la censura.